L’IA E LA RICERCA: Qualcuno ha qualche domanda?

Chi non si è mai chiesto cosa s’intende esattamente per IA e quali siano i suoi campi di applicazione? L’intelligenza artificiale quanto può influire nella vita di ciascun essere umano e quali sono le conseguenze etiche e morali di questa nuova tecnologia? La macchina potrà mai sostituire l’uomo? Cosa sono le “Smart cities”?

Locandina conferenza IA

Il 10 maggio al liceo statale Annibale Calini si è tenuto un seminario molto interessante chiamato “Intelligenza artificiale: Innovazione e sviluppo nel mondo della ricerca e nella società” con quattro dottorandi dell’Università degli studi di Bicocca di Milano.

Quattro studenti del corso di dottorato in Scienze geologiche,chimiche e ambientali e nello specifico:

  • Luca Cifeca Recinella, Geologia
  • Elena Passalacqua, Ambientale
  • Andrea Doldi, Chimica
  • Davide Abu El Khair, Ambientale

 

È un viaggio verso la conoscenza di questa potente tecnologia grazie ai relatori che hanno chiarito i problemi etici dell’IA (dibattito ancora aperto) e grazie ad una breve presentazione interattiva. L’esperienza è stata condita con la presentazione delle singole esperienze dei giovani ricercatori e dei campi di applicazione dell’IA, che sono innumerevoli: dall’agricoltura, alla sicurezza, dai trasporti alla sanità,…

L’iniziatore del processo di sviluppo dell’intelligenza artificiale si può considerare Alan Turing, che negli anni Cinquanta ipotizzò che le macchine potessero “pensare”. Negli anni Sessanta vi furono i primi prototipi di robot industriale come “Ultimate” e ELIZA, il primo programma in grado di dialogare con un utente. Oggi questa tecnologia ha assunto molte altre forme e contesti: ci sono i robot antropomorfi che possiedono l’abilità di parlare, muoversi e anche giocare a scacchi.
IA è quel campo dell’informatica che si occupa di progettare macchine che simulano i processi dell’intelligenza umana con algoritmi e specifici calcoli. Le macchine possono imparare mediante l’apprendimento, raccolgono dati e poi migliorano le prestazioni oppure mediante reti neurali artificiali (deep learning). I campi di applicazione spaziano dalla medicina alla finanza, dalla produzione industriale all’assistenza sanitaria, dalla sicurezza alla scienza e alla ricerca… L’agricoltura di precisione è molto diffusa, adesso, ed è anche molto efficace, al pari della logistica. IoT(es. Arduino) agisce tramite una rete interconnessa che permette lo scambio di dati e il controllo di un oggetto da remoto così come il monitoraggio dell’ambiente specifico: è molto importante tutelare la privacy degli utenti, la sicurezza di tutti i loro dati e l’interconnessione con altri dispositivi.
L’unione di IoT e IA crea un binomio molto interessante, poiché il primo fornisce dati grazie a sensori e il secondo ne fa un’ analisi avanzata mediante una modellizzazione previsionale profonda di dati che consente di estrarre informazioni e prendere decisioni intelligenti in tempo reale.
Le Smart cities sono centri urbani in cui le reti di comunicazione, trasporti e servizi sono più efficienti grazie a soluzioni digitali, così da diventare più sostenibili e migliorare le condizioni di vita degli utenti. Diversi sono i modi: efficienza energetica, benessere dei cittadini, smaltimento dei rifiuti, accessibilità ai dati, controllo ed incremento della sicurezza e contenimento dell’inquinamento atmosferico…
(Es. Smart London Plan)

L’IA ha implicazioni in campo economico, sociale e culturale, per questo nasce l’etica dell’intelligenza artificiale, che si pone interrogativi sui limiti verso cui questa tecnologia si protende e si chiede quanto impatterà positivamente o negativamente tale rivoluzione tecnologica sulla vita umana.
L’IA debole, ossia quella che compie compiti specifici nell’ambito in cui è stata programmata, e l’IA forte, che è stata solo teorizzata e rappresentata per ora solo nei libri e nei film, e che è ancora lontana dall’implementazione nel contesto reale, terrorizzano l’essere umano che ne teme le conseguenze a causa dei problemi che queste possono comportare. Rispettivamente un IA debole impedisce la fantasia, per certi versi limita le capacità critiche umane, può avere un impatto sull’occupazione lavorativa e nella guerra. Chi la gestisce e la offre sul mercato, inoltre, ha molto potere economico e politico grazie ai dati che raccoglie e che gestisce e al quasi esclusivo monopolio della tecnologia. Ci sono, infine, discussioni sui diritti d’autore e sui bias cognitivi. Le leggi dell’UNESCO e altre leggi trattano proprio di questo enorme problema.

In un incontro stimolante e anche interattivo con domande e quiz, come “Indovina quali foto sono state create dell’IA e quali sono fotografie reali?”, le esperienze dei relatori sono servite da filo conduttore e hanno reso più tangibile questo grande tema. La mia speranza personale è che l’uomo possa usufruire di queste tecnologie emergenti in modo intelligente e responsabile, e che non crei distruzione, malessere e morte, ma al contrario sia in grado di trovare strade per rendere la Vita più inclusiva e sostenibile. Molto spesso il progresso e la scienza schiacciano l’umanità, per questo bisogna porre dei limiti ad essa ed interrogarsi sui suoi fini etici e sull’ontologia dell’essere umano.
L’uomo non può essere una macchina, una macchina può essere un uomo? 

Di seguito una riflessione molto interessante del filosofo Salvatore Natoli che dà la sua opinione sull’IA:

“[…] innanzi ad effetti distruttivi evidenti[…]bisogna invertire la rotta: infatti, è necessario che si mantenga sulla terra un “equilibrio medio” perché le stesse IA continuino a funzionare. Bisogna segnare dei limiti e mi pare resti valida la regola aristotelica della mesotes e nello specifico l’antica virtù della “Prudenza”, recta ratio agibilium, il corretto ragionamento in quel che è da farsi.”

(Da MISSIONEOGGI “Annuncio/Dialogo/Liberazione” DOSSIER NUOVE TECNOLOGIE, INTELLIGENZA ARTIFICIALE ED ETICA Settembre-Ottobre 2023, curato anche dalla professoressa Veronica Cavicchi che ha guidato il gruppo GEM del Calini in innumerevoli progetti in cui l’uso della tecnologia è stata protagonista).

Infine una citazione di Richard Feynman, premio Nobel per la fisica nel 1965 per l’elaborazione dell’elettrodinamica quantistica, che ci ricorda come l’uomo dovrebbe collocarsi nella scienza e nella ricerca, perché è valida anche nel settore delle tecnologie emergenti (tra cui l’implementazione e la ricerca sull’intelligenza artificiale):

“In tutte le epoche l’umanità ha cercato di svelare il significato della vita, nella convinzione che se si potesse dare una direzione e un senso al nostro agire, e a tutto il resto, grandi forze umane verrebbero liberate. A questo grande interrogativo sono state date nei millenni le risposte più diverse. I sostenitori di una teoria guardavano con orrore ai sostenitori di un’altra, convinti che un punto di vista differente avrebbe incanalato tutte le energie del genere umano nella direzione sbagliata, portandoci in un vicolo cieco. Appunto studiando la storia delle enormi mostruosità create da false credenze, i filosofi si sono resi conto delle fantastiche potenzialità degli esseri umani.
Ammettere di non sapere, e mantenere sempre l’atteggiamento di chi non sa quale direzione è necessario prendere, ci dà modo di variare, di riflettere, di scoprire cose nuove e di avanzare nella conoscenza di noi stessi, per riuscire a fare quello che veramente vogliamo, anche quando non sappiamo cosa vogliamo.”

(Richard P. Feynman, Il senso delle cose, ed. Adelphi, Milano, 1999).

 

Alcuni link di approfondimento:

 


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